Nascita del primo figlio

 

  • Conciliazione lavoro famiglia

 

Il Comune deve essere il primo soggetto a dare l’esempio attraverso l’applicazione di una vera e profonda politica di conciliazione lavoro – famiglia, ma devono essere anche le imprese e i privati, a tutti i livelli, a seguirlo su tale percorso. Questa si esplica, ad esempio, attraverso il riconoscimento di part-time, orari flessibili, lavoro da casa, asili aziendali, campi estivi, offerta di servizi vari (es. stireria, lavanderia, ritiro certificati e raccomandate, etc.) e tutti gli altri strumenti di welfare aziendale (secondo welfare). Gli stessi uffici Comunali devono consentire ai cittadini un prolungamento degli orari di utilizzo, in particolare attraverso l’utilizzo di procedure informatiche adeguate che consentano il rilascio di certificati e la richiesta di domande in forma digitale. A questo proposito dovrà essere sviluppata l’agenda digitale, anche attraverso l’assegnazione al maggior numero di cittadini di indirizzi di posta certificata e di firme digitali. Le aziende di Parma dovranno essere sollecitate ad adottare politiche di conciliazione, anche attraverso l’adozione della certificazione Family Audit, rilasciato dalla Provincia di Trento (http://www.familyaudit.org). La presenza della certificazione Family Audit dovrà prevedere un punteggio maggiore per tutti i bandi che il Comune emetterà. Ad ogni donna dovrà essere consentito di allattare al seno senza giudizio e senza pregiudizio, attraverso una rete di locali che si attrezzino e promuovano la messa a disposizione, senza obbligo di acquisto o di consumazione, di spazi di allattamento, come richiesto dalla campagna #ovunquelodesideri. Anche l’urbanistica e la mobilità dovranno essere rivista in chiave family-friendly, con la creazione di nuovi spazi a misura di bambini e famiglia e lo sviluppo del trasporto pubblico e delle piste ciclabili. Ai bambini dovrà essere concessa la possibilità di poter andare a scuola o in palestra da soli, a piedi o in bicicletta, in assoluta sicurezza. E’ ipotizzabile, di concerto con le associazioni sportive, la creazione dello Sportybus (pulmini condivisi per il trasporto dei giovani atleti) che consenta lo spostamento dei bambini in autonomia, senza la necessità della presenza dei genitori (e conseguentemente dei loro mezzi privati). Infine andrà previsto la possibilità, attraverso appositi accordi, di doposcuola gestiti dalle società sportive, congiuntamente con le scuole e con altre associazioni o cooperative, con operatori professionalmente idonei, dove i bambini, una volta finita la scuola, possano fare i compiti e sport, all’interno della stessa struttura, e quindi in sicurezza.

 

  • Asili e bonus alternativo

 

L’offerta di nidi, materne e servizi integrativi e alternativi di educazione e cura (tagesmutter – nido familiare, servizi di baby sitter accreditate) deve essere ampliato nella offerta sia di posti, sia di orari di fruizione.

Particolare attenzione andrà posta alla qualità dei servizi educativi. A tale proposito, al fine di misurare il gradimento dei servizi educativi, andrà prevista l’attivazione di un sito (che convenzionalmente potremmo chiamare Tripfamilyadvisor) dove gli utenti, opportunamente identificati attraverso i propri codici utenza, potranno giudicare da 1 a 5 stelle i servizi educativi offerti dal comune (nidi, materne, mense scolastiche, happy bus), motivandone il giudizio.

Le tariffe, inoltre, non dovranno costituire elemento impeditivo all’utilizzo da parte delle famiglie che hanno necessità lavorative.

Per contro, qualora in una famiglia almeno uno dei coniugi non lavori, è possibile prevedere l’erogazione di un bonus alternativo per ogni figlio che non usufruisca dei servizi comunali, in quanto il servizio di educazione e cura viene svolto dal genitore (con verifiche da parte del comune che questo effettivamente avvenga). Oltre a rappresentare una scelta educativa per i genitori e una integrazione al reddito, in particolare per le famiglie meno agiate (il bonus andrà infatti erogato in funzione del reddito familiare), rappresenta un risparmio di costo per il Comune, che andrò ad erogare solo una percentuale del costo effettivo che sosterrebbe se il bambino fosse all’interno di una struttura comunale.

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