Critica e risposta al FF

Critica al Fattore Famiglia e relativa risposta

Fermo restando quanto già detto rispetto alle motivazioni per cui era stato tolto il Quoziente Parma, la critica che viene posta da chi, presumibilmente, non conosce a fondo i meccanismi del Fattore Famiglia (ex Quoziente Parma) è la seguente: con il Fattore Famiglia anche i figli di un industriale beneficerebbero delle riduzioni.

A questa obiezione, bisogna porre innanzitutto due domande.

La prima domanda è: i figli, sono da considerare una scelta privata o un bene pubblico? E’ chiaro che, se la risposta è la prima, vuol dire negare tutto quello che implica questa risposta, relativamente ai temi posti nella sezione ‘La Ri-Nascita: Perché’. Alla stessa stregua di Trump che nega che nel mondo ci sia un problema ambientale e climatico…

Se la risposta è la seconda, allora interviene un’altra domanda: chi apporta più valore sociale tra un bambino, un trombone o un partito?

Se la domanda vi sembra strana, vi dico che in realtà sono strane le modalità con cui vengono considerati i figli dalla politica, rispetto ad altri argomenti. Quando si parla di interventi che in un qualche modo hanno a che fare con i figli, scatta il riflesso incondizionato di politici che considerano i figli una scelta privata. Secondo questi politici, bisogna innanzitutto porre dei limiti di reddito, anzi, meglio ancora di ISEE. E più sono bassi, e meglio è. In questo modo, però, le risorse destinate ai figli sono considerate come assistenza, non come investimento della società. Questo è il motivo per cui in Italia si destina meno dell’1% del PIL alle famiglie con figli, contro quasi il 3% della Francia. Questo è uno dei principali motivi per cui in Italia non si fanno figli.

Ma cosa c’entrano il trombone ed i partiti? C’entrano per far capire come la stessa solerzia a non favorire i ceti più benestanti, incredibilmente scompare (si può parlare di ipocrisia?) quando si tratta di tutti gli altri argomenti. A proposito di trombone, con il bonus strumenti musicali è possibile beneficiare di uno sconto fiscale del 65% su una spesa massima di 2.500 euro. Con quali limiti di reddito o di ISEE? Nessuno… (anzi, con questo sistema gli incapienti, ossia chi ha i redditi più bassi, vengono penalizzati).

Ai neo diciottenni viene concesso un bonus di 500 euro. Con quali limiti di reddito o di ISEE? Nessuno.

Viene concesso la possibilità di detrarre il 26% delle donazioni fatte a favore dei partiti. O il 50% per le ristrutturazioni della casa. Con quali limiti di reddito o di ISEE? Sempre nessuno…

Perché per i figli ci vuole l’ISEE, e per gli strumenti musicali, la casa o i partiti no?

Come evidenziato dalla tabella Istat che segue, il 10% più ricco della popolazione beneficia di oltre ⅓ di tutte le detrazioni fiscali, ad eccezione di quelle per il lavoro e famiglia.

Come ci insegna la Francia, gli interventi sui figli, come il Fattore Famiglia, devono essere considerati universali, in quanto non assistenziali ma assimilati ad un investimento, alla stessa stregua delle ristrutturazione degli immobili, all’efficientamento energetico o della cultura.

Il FF, inoltre, interviene a correggere una grossa iniquità, relativa alla errata rappresentatività delle scale di equivalenza, ed introduce un maggiore principio di equità orizzontale.

Fa proprio il principio di capacità contributiva sancito dall’art. 53 della Costituzione.

Interpreta al meglio i dettati sulla Famiglia degli articoli 29-30-31 della Costituzione.

Questi sono i motivi per cui l’applicazione del Fattore Famiglia deve essere universale, anche perché, alla base, parte dalla applicazione dell’ISEE che già effettua una esclusione delle fasce più benestanti.

Tuttavia, come già dimostrato dalla precedente applicazione del Quoziente Parma, è sufficiente gestire le diverse leve a disposizione (tariffa base, tariffa minima, livello minimo e massimo di ISEE, fattore k) per modulare verso l’alto o verso il basso le rette, in base ai fondi a disposizione.

Non solo: poiché il FF integra l’ISEE, il problema, di fatto, non esiste!

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